È settembre, ed è tempo di vendemmia anche per la Cantina Pisan-Battèl di Antonio Pisante e Leonardo Battello. Sudore, fatica e tanta gioia nel toccare con le proprie mani il frutto coltivato con duro lavoro.
Dopo un anno non poco difficile, il team ha comunque avuto la fortuna e la meritata soddisfazione nel vedere le aspettative e le paure trasformarsi in una bellissima (e sicuramente gustosa) realtà. Non c’è dunque miglior modo per raccontare la vendemmia 2020 di Pisan-Battèl che con le loro stesse parole.
Intervista ai titolari della Cantina Pisan-Battèl
Una serie di domande rivolte ai titolari della cantina per guardare ogni aspetto della vendemmia e capirne il vero valore a 360°. Ecco come hanno risposto Leonardo e Antonio, soddisfacendo ogni tipo di curiosità sull’argomento:
- Quando avete iniziato la vendemmia 2020 del Metodo Classico?
L.B.: : Il raccolto è iniziato nella seconda decade di agosto, perché l’uva viene raccolta quando non arriva ancora alla maturazione, in quanto abbiamo bisogno di acidità più alte.
- Quale uva avete vendemmiato sino ad ora?
L.B.: Sino ad ora abbiamo raccolto sia il Bombino Bianco, che è il vitigno autoctono di San Severo, sia l’Uva di Troia, che è sempre un vitigno autoctono ma a bacca rossa. Il Bombino Bianco è destinato alla produzione del Brut e del Pas Dosè, i quali sostano sui lieviti rispettivamente 24 e 36 mesi. L’Uva di Troia invece è destinata al Brut Rosè.
- A livello di temperatura ed agenti atmosferici, le stagioni che si sono susseguite prima della vendemmia sono state positive o problematiche per la produzione?
A.P.: Il periodo precedente alla vendemmia è stato abbastanza problematico. Abbiamo avuto una prima fase di piogge e problemi relativi a diverse infezioni in vigna, dunque malattie fungine, ed una seconda fase, dopo la fine di giugno, dove le temperature sono state abbastanza alte. In generale la gestione non è stata affatto semplice poiché abbiamo dovuto affrontare queste problematiche, quasi estreme.
- Il terreno delle viti ha favorito una maturazione ottimale delle uve?
A.P.: Sì, il terreno ha favorito una maturazione ottimale. Basti tener presente che noi abbiamo quantità in vigna abbastanza basse, e questo ci ha permesso di avere le giuste maturazioni che hanno garantito i parametri ottimali delle uve che abbiamo portato in cantina.
- La quantità di uva attorno a quale cifra si aggira più o meno?
A.P.: Le quantità sono basse poiché noi lavoriamo con 80-100 quintali per ettaro. In un territorio come il nostro dove c’è tanto sole, tanto caldo preferiamo non aumentare le quantità per conservare una qualità del prodotto elevata.
- La vostra cantina si è dotata di nuove tecnologie rispetto agli anni passati?
A.P.: Abbiamo acquistato dei macchinari per quanto riguarda la fase di sboccatura ed in cantina abbiamo implementato il reparto macchine con pompe di nuova generazione per evitare stress nei travasi.
- Avete già una previsione di quella che sarà la quantità di bottiglie di spumante metodo classico?
A.P.: Siamo riusciti ad ottenere il prodotto necessario per circa 35-40 mila bottiglie, ed è questo il livello che avevamo in progetto di raggiungere.
- Il mercato del metodo classico pugliese ha subito una certa espansione. Cosa distingue il vostro prodotto dagli altri? Cos’è che lo rende unico?
A.P.: Sicuramente la capitanata è una delle zone più quotate per la produzione di spumanti, e tra i vari banchi d’assaggio a cui ho partecipato questo fattore è stato più volte evidenziato. Per quanto riguarda le differenze credo che in primis ci sia il fatto che noi lavoriamo con un regime bio, anche se ufficioso e non ufficiale, ma comunque lavoriamo come se fossero delle uve bio, quindi con basso impatto fitosanitario, e già questa è una differenza sostanziale rispetto ad altre aziende del territorio.
- Lo spumante metodo classico, con le sue caratteristiche, è conosciuto profondamente a livello italiano o ci sono ancora evidenti lacune? Se sì quali principalmente?
A.P.: Lo spumante metodo classico negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale (si parla di quasi il 20-30% ogni anno), quindi questo ci fa ben sperare che abbia raggiunto ad oggi delle quote di mercato abbastanza importanti. Nonostante ciò credo che ormai ci sia più che altro confusione nell’interpretazione della bollicina in generale, ma ormai si parla molto di metodo classico italiano.
- Con quale spirito state affrontando questa ripartenza sia voi che i vostri collaboratori?
L.B.: Beh sicuramente con lo spirito giusto, considerando che con il coronavirus abbiamo avuto un leggero calo dal punto di vista commerciale, ma anche un conseguente aumento dal punto di vista produttivo. Durante quel periodo infatti abbiamo continuato la produzione, perché era impossibile fermarci.
- Quindi l’effetto coronavirus ha influito nel vostro settore ma solo in parte?
L.B.: Sì esatto, solo dal punto commerciale poiché dal punto di vista produttivo abbiamo proseguito a vele spiegate.
- Quale auspicio vi proponete per questa vendemmia e per la nuova produzione?
A.P.: Sicuramente l’auspicio è positivo, perché abbiamo portato in cantina uve con parametri molto interessanti, quindi ci aspettiamo innanzitutto prodotti molto longevi e con caratteristiche molto definite. Oggi il Bombino Bianco e l’Uva di Trioia nel panorama dello spumante metodo classico nazionale hanno sicuramente un punto di forza: la RICONOSCIBILITÀ, quindi il non essere omologati a tanti altri spumanti prodotti con i soliti vitigni Chardonnay o Pinot Nero. Questa caratteristica ci fa ben sperare di avere un’identità che si possa poi raccontare.
Dalla vigna al bicchiere: Leonardo e Antonio vi aspettano in cantina
Con quest’ultima risposta, rappresentativa del marchio Pisan-Battèl e delle persone che ci sono dietro la sua produzione, ringraziamo per queste informazioni utili ed interessanti Antonio Pisante e Leonardo Battello, e vi invitiamo a visitare la Cantina a San Severo in Corso Vittorio Emanuele II, 25.
Per informazioni inviare una mail a contatto@pisanbattel.it o chiamare il numero 0882.605935.